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Monday, April 6, 2015
Nuclearhammer - "Serpentine Hermetic Lucifer" (2014)
Carissime e carissimi, oggi vi presento i canadesi Nuclearhammer, gruppo abbastanza conosciuto nell’underground la cui storia inizia nel 2005. Comprendenti, fra gli altri, il chitarrista Impugnor (che suona anche nei violentissimi ma paradossalmente intelletualoidi Paroxishzem – quelli che insomma hanno trasposto in una musica ultra-brutale perfino un caposaldo del Teatro dell’Assurdo quale “Aspettando Godot” di Samuel Beckett!), i Nuclearhammer hanno quest’anno rilasciato il secondo album “Serpentine Hermetic Lucifer”, disco di una violenza allucinante completo di 13 pezzi per 44 minuti complessivi. Oddio, i pezzi sono sì 13 ma quelli “veri” sono solo 8, e questo perché a ogni canzone segue una specie di outro di pochi secondi, la quale solo in un caso è inclusa direttamente in un pezzo metal (cioè, in “Parasitic (Temple of Rats)”). E già qui potete capire che si tratta di un album veramente folle ma a livelli tali che, se non lo provate, non potrete lontanamente comprendere una mazza neanche con questa recensione.
Il primo pericolo di “Serpentine Hermetic Lucifer” viene sicuramente dalla produzione. L’impatto iniziale è di quelli traumatici: il suono generale è fangoso e cavernoso tanto che, per sentire decentemente bene ogni cosa, ti ritrovi costretto ad alzare un po’ più del normale il volume dello stereo. Inoltre, le voci sono maledettamente distanti, sembrano provenire dalle profondità più siderali dell’universo. Ma questo è un pericolo così figo da affrontare che dopo un po’ un pazzo assurdo come me non può non amare una produzione simile… anche se talvolta la chitarra solista è così seppellita dal resto degli strumenti che forse era meglio renderla più udibile.
Il secondo pericolo viene dalla canzone d’apertura, cioè “Multi-Dimensional Prism of Black Hatred”, che nei suoi 9 minuti mostra una ferocia e una follia inaudite: black/death metal bestiale sempre e solo (letteralmente!) in blast-beats con tanto di riffing talvolta così agghiacciante da sconfinare nel black puro mentre la struttura del pezzo è bella particolare perché, per esempio, uno stesso riff viene ripetuto ossessivamente per 3 lunghissimi minuti! Inoltre, la rumorosa chitarra solista ricopre una parte fondamentale riuscendo così a creare un’atmosfera in un certo senso “cosmica”, la quale viene accentuata ancor di più da una pletora infernale di urla incredibilmente malvagie e grugniti, tutti “distanti” e opportunamente riverberati.
Un terzo pericolo viene dal fatto che i primi 3 pezzi (cioè quello appena descritto, “…Rise No More” e “Nuclearhammer”) sono TUTTI in blast-beats, anche perché il secondo appena citato è praticamente un grind ultra-brutale da soli 33 secondi mentre il terzo risente moltissimo dei Von (sentite i primi grezzissimi 40 secondi e poi ne riparliamo). Le cose cambiano soltanto con “Phosphorus Clouds Descent on Mecca” che, tanto per dire, ha una introduzione doom che pare non finire mai. E in effetti, bisogna dire che la seconda parte del disco è molto più varia della precedente, contenendo fra l’altro “Parasitic (Temple of Rats”) (tutta in un two-beat non molto veloce e dominato per i suoi 90 minuti circa dallo stesso identico riff!), il mega-grind da 8 secondi (!) di “The Seeds of Martyrdom Remain Bitter Until the Dawn of Reverted Curses” (durata misera, titolo immenso!)… e l’assurdo sterminio sonoro della conclusiva “Cosmic Atomic Hypnosis”. E qua preparatevi ad affrontare un pericolo di portata inimmaginabile!
Prima di tutto, fate conto che l’ultima canzone del primo album dei Nuclearhammer durava la follia di 16 minuti. Stavolta i nostri sono stati più… sì, “buoni” con l’ascoltatore proponendone una da 12. “Cosmic Atomic Hypnosis” riprende in un certo senso il discorso della canzone d’apertura offrendo così una struttura ossessiva, solo che è così “matematica” che (quasi) ogni passaggio viene ripetuto per 2-3 minuti attraverso magari qualche variazione da parte dell’ottimo e fantasioso batterista e/o attraverso degli interminabili silenzi vocali (come dimostra la lunghissima e sfiancante intro). E, se tutto questo è già tremendamente pericoloso, pensate che la conclusione della canzone è affidata a una sorta di outro bella assordante. Peccato però che lungo i minuti finali si riprenda forse inutilmente un passaggio precedente che rende poco fluido il discorso, ma è solo un attimo e quindi ‘sti gran cazzetti, anche perché ‘sto pezzo è una vera e propria esperienza.
Avrei ancora un sacco di cose da dire su questo “Serpentine Hermetic Lucifer” (voto: 9). Tipo che il black/death bestiale dei Nuclearhammer ricorda a tratti molto quello dei Black Witchery, solo in una versione ora più dinamica ora più paranoica e “cosmica”. O tipo che certe ripartenze sono così violente da essere da infarto garantito. O ancora tipo che anche qui le chitarre vengono a volte “strusciate”, seppur con parsimonia (non quindi come nei Revenge). O… sentite, basta, quest’album è sul serio un capolavoro con i fiocchi, visto che, con la sua mistura di originalità e tradizione, riesce ad annichilire abbondantemente persino un disco devastante come “Holocaustic Goat Metal” dei Necroholocaust (da cui però mi aspettavo di meglio). Però cacchio, che dischi stanno uscendo ultimamente!
…ma un momento: ci avete capito una mazza di quest’album grazie a questa rece dettagliatissima?
Tracklist:
1 – Multi-Dimensional Prism of Black Hatred
2 – 24-Cell (Octoplex)
3 - …Rise No More
4 – 120-Cell (Hyperdodecahedron)
5 – Nuclearhammer
6 – 600-Cell (Hexacosichoron)
7 – Phosphorus Clouds Descend on Mecca
8 – H3po4 (Orthophosphoric Acid)
9 – Parasitic (Temple of Rats) /Hpo3 (Metaphosphoric Acid)
10 – Subhumannihilation
11 – 12th Dimension
12 – The Seeds of Martyrdom Remain Bitter Until the Dawn of Reverted Curses
13 – Cosmic Atomic Hypnosis
Line-up:
Axaazaroth – voce/batteria
Doomhammer – voce/chitarra
Orpheus (ospite) – voce aggiuntiva
Impugnor – chitarra/voce
Abyssious – basso
FaceBook: http://www.facebook.com/pages/Nuclearhammer-Official/238336489571780
Nuclear War Now! Productions: http://www.nwnprod.com/
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