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Wednesday, April 8, 2015
Abigail - "Intercourse & Lust" (1996)
Ragazzi, oggi si parla della Storia. Questo è stato reso possibile dalla Nuclear War Now! Prod che recentemente ha avuto la bella pensata di ristampare (per l’ennesima volta e con una diversa copertina dall'originale) il primo album degli Abigail, 3 folli giapponesi in fiera attività dal 1992 che, insieme ai Sabbat e ai Sigh (almeno quando questi ultimi erano ancora “trve” nel più puro senso della parola), rappresentano i principali portabandiera del black metal made in Japan. Ecco quindi a voi “Intercourse & Lust”, cioè 9 pezzi per 40 minuti circa di un massacro capace di strapparti con estrema violenza la tromba d’Eustachio dalle tue orecchie idiote!
Appena si preme il tasto “play”, si viene letteralmente scaraventati da “A Witch Named Aspilcuetta”, la cui intro è così scatenata ma al contempo bizzarra da avere un’assurda pausa da 8 secondi 8 che già dona da sola a “Intercourse & Lust” lo status di disco imprescindibile! E quello che viene dopo non è da meno: black/thrash metal furiosissimo fondato perlopiù su tupa-tupa scatenati (ma non manca qualche sano blast-beat), e caratterizzato dalle spaventose urla da corvo di Yasuyuki e da una chitarra così “ignorante” da avere uno dei suoni più grezzi che io abbia mai sentito e che è capace di lanciare assoli caotici e pure abbastanza lunghi. Tutto ciò è da venerare fin da subito anche perché gli Abigail sono sul serio furiosi come (quasi) nessuno. E scusate se è poco.
Eppure, gli Abigail hanno un’incredibile fantasia da vendere. Oltre a “A Witch Named Aspilcuetta”, i pezzi black/thrash tradizionali sono la seguente “Confound Eternal” (che ha un riffing a tratti più black del solito) e “The Bonehunter” (il più violento di tutti). Ma poi ci sono quelli dall’impostazione più punk, come lo speed lento di “The Crown Bearer”, il rock’n’roll a là Venom di “Attack with Spell” e il più lento “Mephistopheles”. Questi sono brani ultra-goliardici generalmente più semplici rispetto agli altri anche perché privi perlopiù sia di cambi di tempo che di veri tempi veloci, e sono pure ricchi di un groove così contagioso da far muovere oscenamente il culo (e la testa), specie “The Crown Bearer”, che è così figo che mesi fa chiesi al capoccia del Fullmoon (“er più mejo” club metallazzo di Roma!) di metterlo su!
E poi, a parte l’inutile intermezzo giapponese della titletrack, ci sono le canzoni lunghe addirittura 7 minuti e poco più. Sto parlando di “Strenght of Other World” (la migliore senz’ombra di dubbio) e quella mezza cavolata di “Hail Yakuza”. La prima è così imprevedibile da comprendere tutte le caratteristiche degli Abigail facendo in tal modo saltar fuori di tutto, pure una breve parte acustica e un rallentamento improvviso con conseguente e altrettanto brusca super-accelerazione, seppur i primi 2 minuti pieni zeppi di blast-beats ma dal riffing speed non siano poi così incisivi. Però poi ci si diverte un casino!
Invece, “Hail Yakuza” è, come già scritto, una mezza cavolata. Mi spiego: a parte il fatto che è una celebrazione idiota della mafia giapponese quasi a voler emulare i Darkthrone (che per esempio dedicarono “Under a Funeral Moon” alla sedicente “mafia black metal norvegese”), “Hail Yakuza” è ultra-figo nei suoi primi 60 secondi nei quali si sputa fuori un black/thrash di una violenza e di un odio con pochi pari. Solo che poi i ritmi si placano abbondantemente per dare in pasto agli ascoltatori una specie di lunga strumentale comprendente delle noiose parti campionate in giapponese estratte da chissà quale “gangster-movie” (o quello che è), con l’unica oasi in mezzo al deserto costituita da un improvviso speed metal motörheadiano con assolo al seguito… peccato che poco dopo si riprenda il discorso precedente. Mah, come rovinare proprio all’ultimo un disco così devastante da meritare una conclusione migliore…
Ma lo sapete che, pure dopo 11 anni di orgogliosa militanza metallara nei quali le ho sentite e viste praticamente di tutti i colori, sono rimasto basito della furia di cui sono capaci gli Abigail? La loro è una furia veramente esagerata pur snocciolando un’ottima fantasia e qualche volta persino qualche assolo “melodico” (almeno nei pezzi più punk), e fra l’altro il disco (voto: 7,5), pubblicato originariamente nel 1996 dalla Modern Invasion Music (quella che aveva nella propria scuderia perfino gli australiani Bestial Warlust, cioè il mio gruppo preferito in assoluto... ma non credo che ciò interessi a qualcuno…), ha una produzione sporchissima e molto live. E il bello è che gli Abigail ci misero ben 7 anni per dare un seguito al primo album rilasciando così il secondo, cioè “Street Metal Bitch” (“street metal” è la definizione usata da Yasuyuki – che insieme a Youhei costituisce la spina dorsale del gruppo - per descrivere la propria musica), seppur i nostri non siano mai stati prolifici in fatto di album dato che finora ne hanno pubblicati in totale solo 5, l’ultimo dei quali nel 2009. La cosa assurda è che continuano a pubblicare ancora adesso una quantità abnorme di split, live album e fuffa varia…
Tracklist:
1 – A Witch Named Aspilcuetta
2 – Confound Eternal
3 – The Crown Bearer
4 – Attack with Spell
5 – Strenght of Other World
6 – The Bonehunter
7 – Mephistopheles
8 – Intercourse & Lust
9 – Hail Yakuza
Line-up:
Yasuyuki Suzuki – voce/basso
Yasunori – chitarre
Youhei - batteria
FaceBook: http://www.facebook.com/pages/Abigail/147619085265699
Modern Invasion Music: http://www.moderninvasionmusic.com/
Nuclear War Now! Productions: http://www.nwnprod.com/
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