Sunday, June 7, 2015

Inculter - "Persisting Devolution" (2015)

Inculter - Persisting Devolution
Ultimamente sembra di essere tornati sul serio alla fine degli anni ’80. No perché, dico io, di recente stanno uscendo una pletora di gruppi formati da adolescenti proprio come succedeva in quel magico periodo, cioè quando 14enni brufolosi come i Nihilist si divertivano, nonostante tutto, a fare i cattivoni patentati e a far prendere dei begli infarti alla gente, metallazzi compresi. E quindi, ecco spuntare formazioni come i norvegesi Inculter, un trio dai 16 ai 19 anni costituitosi nel 2012 e all’album d’esordio intitolato “Persisting Devolution” uscito il 27 Marzo 2015 per conto della conterranea Edged Circle Productions, una giovane etichetta parecchio interessante ma poco prolifica (cosa che spesso e volentieri è un pregio). La quale ha avuto la fortuna di accaparrarsi un gruppo che è stato nominato addirittura come “band della settimana” da un certo Fenriz in occasione dell’EP datato 2013 “Stygian Deluge”. E se lo dice uno come lui…

E infatti “Persisting Devolution” si rivela essere un album-bomba fin dal primo ascolto. Comprendente 9 pezzi + una breve intro di chitarra per 38 minuti complessivi, il disco è una moderna gemma di thrash metal vecchia scuola dinamico, fantasioso e pure tecnicamente preparatissimo a dispetto della giovane età dei ragazzi, lo confermano per esempio certi deliri solistici di chitarra anche belli lunghi. Ma, allo stesso tempo, è un thrash un po’ ibrido essendo contaminato da qualche tocco black magari a là Celtic Frost (tipo in “Commander”, che è poi uno dei pezzi più belli dell’album anche perché è di derivazione quasi death qui e là) riuscendo così a infondere ancor più malvagità in tutto il disco e trovando perfetta esemplificazione in “Death Domain”, una canzone black/thrash fatta e finita completa di blast-beats e di un’eccellente parte centrale atmosferica preceduta da una pausa d’effetto (avviene una cosa simile anche nella precedente “Mist of the Night” ma non solo). Ciò significa che il thrash degli Inculter, a parte in un pezzo in tupa-tupa perpetuo come “Diabolic Forest” (forse il meno efficace di tutti proprio per via della sua, diciamo, staticità ritmica), è capace di ottimi rallentamenti e parti groovy nonché di una seconda chitarra che, non necessariamente attraverso gli assoli, riesce a dar manforte alla compagna completando alcuni suoi riff così da dare ancor più profondità all’intero discorso.

Ma c’è un’altra caratteristica che rende ancor più spurio il thrash degli Inculter, ed è da individuare nel cantato. Il quale costituisce l’unico elemento costantemente death del gruppo essendo una specie di grugnito zozzissimo e “ignorante” (recentemente si può trovare qualcosa di simile nei cileni Atomic Aggressor) che però rimanda a tratti ai malefici vocali di Tom Angelripper dei primissimi Sodom. E, per giunta, la voce è pure bella riverberata, il che aggiunge ancor più atmosfera al tutto.

Per farla breve, non so voi ma “Persisting Devolution” (voto: 8,5), concluso dall’ottimo tour de force da 6 minuti “Envision of Horror” contenente un lento finale ossessivo giocato molto sui tom-tom (spesso usati dal batterista), mi ha sorpreso alla grandissima, e non solo perché alcune canzoni hanno titoli così strani che ti viene la voglia impellente di leggere i loro testi (purtroppo non in mio possesso ma non oso immaginare il contenuto lirico delle varie “Traducers Attack” o “Pastoral Slaughter”!). Gli Inculter suonano un thrash sì furiosissimo ma notevole dal punto di vista tecnico e parecchio pregnante da quello atmosferico grazie alle sue soluzioni più black (ma anche per via della produzione dannata e caotica eppure ascoltabilissima del disco), cosa che molti gruppi simili si sognano soltanto di notte senza concretizzare un bel niente. E quello che sorprende ancor di più è che ‘sti 3 norvegesi sono giovanissimi, e se sono riusciti a creare dopo pochissimi anni dalla loro formazione un album di debutto come questo mi riesce già difficile pensare a come sarà l’eventuale secondo lavoro (che però spero sia un pochino più orientato sui blast-beats, che in “Persisting Devolution” sono purtroppo presenti solo nella già citata “Death Domain”). Per ora, travolti dall’intensità e dalla passione puramente adolescenziali degli Inculter che però suonano come se fossero dei veri e propri veterani, gustiamoci questo piccolo capolavoro di thrash sì radicato profondamente negli anni ’80 eppure con un sacco di cose da dire anche ai metallari più stagionati. Compreso quel simpaticone di Fenriz.

Tracklist:

1 – Prophets Chants Intro
2 – Diabolic Forest
3 – Commander
4 – Traducers Attack
5 – Pastoral Slaughter
6 – Mist of the Night
7 – Death Domain
8 – Endless Torment
9 – Volcanic Swarm
10 – Envision of Horror

Line-up:

Remi – voce/chitarre
Cato Bakke – basso
Even – batteria

Edged Circle Productions: http://www.edgedcircleproductions.com/

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