Friday, May 29, 2015

Num Skull - "Ritually Abused" (1988)

Num Skull - Ritually Abused


C’era una volta il thrash metal, un genere che, combinando la velocità e l’urgenza dell’hardcore punk con la tecnica (ma a volte nemmeno quella!) e la complessità dell’heavy metal, spopolò alla grande durante gli anni ’80 anche grazie a quella miriade di gruppi di minore importanza destinati magari a durare solo 5 giorni ma contribuendo lo stesso, in un modo o nell’altro, alla diffusione di questa musica. Fra di essi c’erano i Num Skull, un quintetto dell’Illinois nato nel 1985 e capitanato dal chitarrista Tom Brandner. Nel 1988, anno nel quale uscirono capolavori del thrash più brutale come “Spectrum of Death” dei Morbid Saint e “Chemical Exposure” dei Sadus (anche se più death/thrash), i nostri baldi eroi rilasciarono l’album di debutto “Ritually Abused” per conto della californiana Medusa Records. E, tanto per farvi già capire che non stiamo parlando di un gruppo qualunque, il disco è stato ristampato nel Settembre 2014 dalla grande Relapse Records, e mai opera fu più giusta di questa… o no?


Se, come me, amate la violenza allo stato puro (almeno nella musica, s’intende), allora “Ritually Abused” dei Num Skull è sicuramente il disco che fa per voi. Preparatevi quindi a 11 pezzi (compresa la intro “The End”, fortunatamente così breve da durare poco meno di 20 secondi, così si fa!) per 42 minuti di un thrash metal talmente brutale che il riffing è a tratti quasi death mentre il batterista va spesso a velocità così folli da rasentare a volte i blast – beats dando magari adito a delle esplosioni di una ferocia notevole (da leggenda quelle di “The Henchman”) ma anche a pezzi come “Kiss Me, Kill Me” (sicuramente il più spietato di tutti).

Ma, fortunatamente, da queste parti non c’è solo brutalità a tutto spiano. Eh sì, ragazzi, perché il thrash dei Num Skull è bello dinamico e fantasioso, lo dimostra un brano come “Pirate’s Night”, dalla velocità più standard per un gruppo thrash nonché comprendente delle melodie e delle ritmiche più vicine all’heavy metal. Poi, ci sono pezzi come lo stesso “The Henchman” od “Off With Your Head”, i quali danno maggiore importanza ai tempi medi (alcuni dei quali parecchio groovy) pur avendo dei ritornelli dalle velocità improvvisamente assurde. E non dimentichiamoci neanche che i Num Skull, tutta gente che ne sa a pacchi dal punto di vista tecnico, amano parecchio le fughe strumentali, “azzittendo” così il cantante pure per un bel po’ di tempo, come nell’intro di quasi 2 minuti di “Turn of a Screw”, seppur queste lunghe intro non è che siano sempre poi così efficaci (in tal senso è molto esemplificativa quella un filo prolissa della già citata “Pirate’s Night”).

Ma una caratteristica tremendamente unica del gruppo proviene dal cantato particolarissimo di Skip McGullam, che spara delle urla stridule, gracchianti, bestiali, insomma roba che potrebbe non piacere proprio a tutti (come confermano del resto alcune recensioni sparse nella Rete), anche se un cantato simile riesce comunque a infondere ancor più malvagità in tutta la musica, il che è ottimo. Però, non mancano né dei grugniti nè, assurdamente, degli acuti più heavy metal in pezzi come “Pirate’s Night”. Molto belle poi alcune linee vocali (da palma d’oro quelle di “Off With Your Head”).

E anche questa recensione sta volgendo al termine. Che altro dire? Da adorare la produzione sporca e molto anni ’80 (com’è ovvio, del resto), poco incisivi pezzi come la breve (solo 2 minuti e 20 circa) “No Morals”, da panico certe intro minacciose piene di piatti stoppati come quella di “Friday’s Child” (in assoluto il mio brano preferito anche perché contiene delle pause con relative ripartenze veramente devastanti) e… e insomma basta perché dovete passare all’azione! Se volete farvi un bel tuffo nel passato, comprate la ristampa di "Ritually Abused" (voto: 8) che sicuramente scoprirete una piccola gemma nascosta del thrash che fu.

“Ma aspetta: che ne è stato dei Num Skull?”

Ah, scusate. Beh, in sostanza, nel 1991 il gruppo fece un secondo album con una formazione quasi del tutto rinnovata ma, a causa anche del generale disinteresse nei confronti del thrash metal (ormai divenuto un genere praticamente underground), i nostri si sciolsero poco dopo. Però, si riformarono nel 1994 per rilasciare 2 anni dopo il disco del ritorno, anche se purtroppo della formazione originale era rimasto il solo Tom, e un secondo scioglimento arrivò puntuale subito dopo. Ma nel 2000 vennero riesumati per l’ennesima volta, stranamente senza Tom, i Num Skull e… che fine hanno fatto dato che sembrano totalmente fermi? Non mi dire che si sono sciolti di nuovo? Ma a ‘sto punto non è meglio farla finita del tutto, eh?

Tracklist:

1 – The End
2 – Ritually Abused
3 – Death and Innocence
4 – No Morals
5 – Friday’s Child
6 – Off with Your Head
7 – The Henchman
8 – Pirate’s Night
9 – Turn of a Screw
10 – Kiss Me, Kill Me
11 – Rigor Mortis

Line-up:

Skip McGullam – voce
Tom Brandner – chitarra
Eric Seiller – chitarra
Rob Charrier – basso
Jeff McGullam – batteria

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