Saturday, March 15, 2014

Dementia Senex - "Heartworm" (2013)

Pensate che ero così rincojonito prima di rispondere ai Dementia Senex che ci ho messo la bellezza di 2 mesi per farlo. Meglio tardi che mai. Anche perché, quando ho infilato nel mio stereo il disco dei Dementia Senex, sono stato travolto dagli 8 minuti circa dell’opener “Unscented Walls”. 8 minuti di un death metal strambo, tecnico e convulso, pieno di dissonanze e di melodie disperate molto a là Cult of Luna e gruppi simili. Il tutto viene accompagnato più che altro da tempi medi, se non addirittura doom, mentre i blast-beats ci sono solo quando servono. E’ ben presente pure un’interessante chitarra solista mentre la voce è costituita da un grugnito bello potente e a volte urlato ma che comunque sa adattarsi alle varie situazioni.

La seguente “Kairos” dura solo 2 minuti e mezzo ed è più, diciamo, “tradizionalmente” death metal della canzone precedente.

Invece, l’ultima “Heartworm (da 6 minuti) riprende ottimamente i temi di “Unscented Walls”, aggiungendo fra l’altro una voce pulita che riesce a trasmettere molta più disperazione a tutta la musica. Bella l’introduzione parecchio d’ambiente con tanto di chitarra pulita.

Peccato però per “Kairos”, che quasi non c’entra niente con il death metal sperimentale e “prolisso” di questi ragazzi. Un lavoro comunque coraggioso, non c’è che dire, anche perché il gruppo romagnolo, quintetto nato a Cesena nel 2008 e con all’attivo anche un demo pubblicato l’anno dopo, propone pezzi lunghissimi e quindi non facili da gestire.
Da notare che quest’EP è stato rilasciato dalla statunitense The Path Less Traveled Records, sempre molto attenta a scovare qualche strano gruppo estremo.

Voto: 73

Real Chaos - "Incredulo Mi Guardo Attorno" (2013)

Ultimamente mi sto così fermando con Timpani allo Spiedo che quasi me ne dimentico. Fortuna poi che arrivano gruppi come il trio foggiano Real Chaos a svegliarmi da questo (apparente) torpore tanto è ultra-violento il loro death metal. Che è spesso così brutale e semplice da andare a braccetto spesso e volentieri con il grind, anche perché le canzoni sono incredibilmente brevi e d’impatto, e infatti molte di esse non raggiungono neanche i 2 minuti di durata.

Ma attenzione, ‘sti ragazzi sanno anche sputare dei cambi di tempo notevoli (fra cui qualche parte piena di groove), ma al contempo rifiutano il concetto stesso dell’assolo di chitarra, praticamente presente in una sola canzone (ed è pure figo!).

Fra l’altro, amo all’impazzire il timbro di voce del cantante, di base un grugnito ignorantissimo molto simile a quello usato dai tedeschi Beyond che triplica il livello di violenza vomitato dai Real Chaos. E’ da notare che i nostri cantano in italiano, un pregio da tenere in massima considerazione.

Certo, la loro è una musica non molto varia, alle volte c’è bisogno effettivamente di un assolo o di un qualche rallentamento doom così da poter intensificare ancor di più tutto l’assalto (e mi piacerebbe che si rendesse più cattivo e distorto il suono del basso), ma queste sono solo quisquilie. Perché i Real Chaos, nati nel 2010, promettono molto bene con quest'album autoprodotto, e solo questo è l’importante, cazzarola! Ah, i pezzi sono 12 per 23 minuti di caos sonoro.

Voto: 76

Flavio "Claustrofobia" Adducci