Monday, June 24, 2013

Goatfuck - "Worth Only Buried" (2013)

EP autoprodotto (12 Aprile 2013)

Formazione (2012):          Goatfucker II – voce;
                                          Goatfucker I – chitarre/basso.
                                  
Località:                            Cagliari, Sardegna.

Miglior pezzo del disco:

“Beyond”.

Punto di forza del gruppo:

il comparto vocale.
 Gøatfuck - Worth Only Buried
Cover artwork: D.M.

Allora, vediamo un po’: che cosa hanno in comune VIII, Solitvdo, Crowned in Thorns, Goatfuck e Infamous? Forse il fatto di essere più o meno tutti gruppi black metal provenienti dalla Sardegna? Beh sì, ma c’è dell’altro: i primi 4 hanno come protagonista il cosiddetto Herr 413, mentre nell’ultimo EP degli Infamous (che prossimamente verrà recensito proprio da queste parti) lui ha prestato “semplicemente” la propria voce (pulita). Tutto ciò mi sta portando a farmi credere che la scena estrema sarda sia composta più che altro dal solo Herr 413 (che nei Goatfuck si fa chiamare invece Goatfucker 1), perché è incredibile la sua iperattività e la sua fantasia nel creare sistematicamente suoni sempre interessanti e anche di buona qualità. Ma anche il suo collega, Goatfucker II (meglio conosciuto come WLKN), ha un curriculum di tutto rispetto visto che, oltre ad aver suonato anche lui nei Crowned in Thorns, attualmente è nei ranghi sia dei Cold Empire (raccomandatissimi!) che dei Simulacro. Ecco perché i Goatfuck meritano così tanto!

“Worth Only Buried” rappresenta la loro prima uscita, dura 17 minuti circa per 4 pezzi, e la musica è sostanzialmente un death metal cupo ma allo stesso tempo contaminato da altri generi diversi,, come il black metal (specialmente in “Beyond”), il thrash (almeno per quanto riguarda il riffing) e il brutal (“Goat Raped Corpse”), più un pacco di doom. Quest’ultimo lo si avverte soprattutto nei momenti finali (o quasi) di ogni pezzo.

La cupezza dei Goatfuck viene accentuata alla grande dal comparto vocale, che è di base un grugnito molto basso e cavernoso, e che quando viene doppiato assume toni più spettrali, mentre non si disdegna qualche (rarissimo) urlo bello torturato, come nella pausa di “Goat Raped Corpse”, e neanche una voce pulita semi – parlata in “Beyond”. Ma pure la chitarra solista concorre a rendere più tenebroso il tutto, grazie ai suoi assoli, uno per canzone, specialmente nelle prime due del disco.

L’atmosfera viene però alleggerita non soltanto attraverso la commistione di generi e i buoni cambi di tempo, ma anche grazie a un sacco di groove che permea tutta opera. In questo senso, primeggiano soprattutto le ultime due canzoni, che praticamente sono basate più sui tempi medi, pur non disprezzando lo stesso certi blast – beats e tupa – tupa di una violenza incredibilmente esagitata, nonostante l’uso di una drum – machine.

Ma devo dire che la batteria elettronica rappresenta un vero punto debole della produzione. Ciò è dovuto a 2 motivi principali:

-          il primo è che essa sembra avere più una funzione da sottofondo, avendo un suono veramente poco incisivo e palesemente “finto”, e per inciso, mi ricorda quello di “Dunkel Hexenkunst”, album di debutto del solo – progetto black spagnolo Cursed Scrolls;

-          il secondo è che certi passaggi non vengono sufficientemente enfatizzati dalla batteria, come in “Beyond”, dove si rivela troppo statica, seppur la qualità del riffing e il groove spesso compensino questa sua mancanza.

Invece, la struttura delle canzoni è semplice, pur non seguendo esattamente uno schema a strofa – ritornello. Semmai, ci sono volentieri delle mini – sequenze 1 – 2 o 1 – 2- 3 che vengono rigorosamente rispettate e ripetute per le classiche 2 volte. Spesso, queste sequenze sono dominate in maniera ossessiva da uno stesso riff, solo variato un poco e dinamicizzato da qualche consistente cambio di tempo. Inoltre, curiosamente le ultime due canzoni, oltre a differenziarsi dalle prime due per l’assenza della chitarra solista e la prevalenza dei tempi medi, hanno un finale praticamente aperto. Si menzioni in particolare quello di “Goat Raped Corpse”, che, dopo una pausa, si “conclude” attraverso un tempo doom in dissolvenza.

Peccato però che l’ultimo pezzo, “Pissing Into the Useless Brain of a Dead Whore”, deluda non poco, anche perché finisce praticamente all’improvviso, in un modo non molto strategico. Il finale aperto della precedente “Goat Raped Corpse” è sensato, così da introdurre il bagno di sangue della successiva canzone, ma questo bagno di sangue non succede, se non per circa un minuto pieno di blast – beats incarogniti. In sostanza, avrei messo come pezzo finale il secondo, “Beyond”, che nel finale conta addirittura una breve marcia militare.

Per il resto, il gruppo talvolta fa uso di piccoli passaggi atmosferici, e anche di sequenze parlate pre – registrate. Infine, la produzione è veramente buona, con tanto di basso in evidenza.

Però, per la prossima volta consiglio ai ragazzi di concentrarsi di più sui tempi ultra – veloci perché è proprio in questi momenti che viene dato il meglio di sé. E poi, un batterista in carne e ossa e più assoli non sarebbero affatto male, non trovate?

Voto: 71

Flavio “Claustrofobia” Adducci

Scaletta:

1 – Not Enough… Zyklon B/ 2 – Beyond/ 3 – Goat Raped Corpse/ 4 – Pissing Into the Useless Brain of a Dead Whore

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