Tuesday, May 7, 2013

Insanity - "Live Rehearsal Demo" (1985)

Carissime e carissimi,
oggi è stata pubblicata su Empire of Death la mia recensione inerente "Live Rehearsal Demo" degli Insanity, gruppo pioniere di un certo modo di intendere il metal estremo. Quindi, eccovi qui il link:

http://www.empireofdeath.com/public/template4/dettaglio_recensione_demopast.asp

Di seguito, invece, trovate la recensione in Timpani allo Spiedo - style, come è stata scritta in origine:

Demo autoprodotto (1985)

Formazione (1985): Joe DeZuniga – voce;
                                Dave Gorsuch – chitarre;
                                Keith Ellison – basso;
                                Bud Mills – batteria.

Località:                  San Francisco, California (USA).

Miglior canzone del demo:

“Fire Death Fate”.

Punto di forza dell’opera:

la sua immonda velocità unita a una tecnica non comune (almeno a quei tempi).
 

In un periodo nel quale il primo metal (ultra) – estremo si caratterizzava spesso per essere un’accozzaglia di rumore e insensatezze varie (si citino per esempio i tedeschi Poison di “Sons of Evil”, dalla produzione inascoltabile e dalle urla veramente folli e squarciagola; oppure i californiani Black Dethe, che per quanto primitivi proponevano canzoni esageratamente lunghe, ripetitive e senza neanche qualche assolo), gli Insanity facevano (e fanno ancora) una bellissima figura, sotto ogni punto di vista. Anche perché elevarono il thrash metal a un nuovo livello di brutalità da far invidia perfino ai Morbid Saint, nonostante il genere fosse nato ufficialmente solo 2 anni prima. Thrash? Ma allora perché ne sto parlando qui?

Beh, effettivamente questo gruppo, proveniente dalla libertaria San Francisco (come i soprammenzionati Black Dethe), in questo rehearsal demo, registrato praticamente in un garage con l’ausilio di un walkman (DAJEEE!), suonano un thrash metal purissimo, anche per quanto riguarda la voce. Solo che qui tutto è paurosamente estremizzato, la velocità d’esecuzione è così assurda da cogliere ogni volta impreparati, anche se siamo ancora lontani da un vero e proprio attacco in blast – beats. Fortunatamente, è presente qualche rallentamento, che sia un tempo medio groovy (“Ultimate Death”) oppure qualcosa di più inventivo (ma sempre impregnato di sano groove torcicollo, come in “Fire Death Fate”).

Fra l’altro, le chitarre non sono soltanto veloci ma anche incredibilmente rapide nella costruzione dei riffs, che sono più tecnici del solito. Altra particolarità, viene data una notevole importanza agli assoli, che sono frequenti, fulminei e spesso brevi. L’unico brano che si differenzia da questa baraonda di solismi cacofonici è “Ultimate Blood”, visto che contiene un solo assolo.

Poi, c’è la voce. Gli Insanity non scherzano neanche in questo comparto, vomitando un grugnito intensissimo quasi urlato con tanto di riverbero che fa tanta atmosfera, differenziandosi anche qui dagli altri gruppi di death primordiale, che spesso preferivano un ruggito più cupo. Le metriche sono perfette e di impostazione thrash, spezzettate e senza pietà.

Come è senza pietà la struttura dei pezzi, che soffocano l’ascoltatore seguendo un andamento quasi totalmente privo di stacchi e/o pause, seppur, come già scritto, ci siano un paio di cambi di tempo capaci di dinamicizzare alla grande l’intero assalto. Le cui soluzioni musicali si susseguono in maniera diretta e abbastanza sequenziale, mentre dà un bell’aiuto il minutaggio dei brani, che possono durare poco più di 2 minuti.

Per il resto, è incredibilmente buona la produzione, almeno se rapportata a quella tipica di un rehearsal demo, che nella maggior parte dei casi offre una qualità decisamente più scadente (ma non per questo meno affascinante, beninteso). Però, certo, il demo è meglio sentirlo attraverso le cuffie, più che altro perchè alcuni riffs non si capiscono poi così bene senza di esse, e questo problema lo si percepisce specialmente in “Blood for Blood”.


Tirando le somme, il primo parto degli Insanity è un ottimo esempio di ultra – thrash metal travestito da death primordiale, solo decisamente più curato e tecnico rispetto alla media dei demo del genere che già infestavano il mondo nella mitica metà degli anni ’80. E da lì in poi, il gruppo, purtroppo sempre poco conosciuto, ha continuato la sua strada, conoscendo negli anni qualche brutto inconveniente (come la morte di Joe DeZuniga nel 1987 o quella di Bud Mills nel 2007), per poi sciogliersi negli anni ’90, e ritornare selvaggiamente a torturare le nostre orecchie durante l’inizio del nuovo millennio, riuscendo così a pubblicare il proprio secondo album nel 2008.

Voto: 80

Flavio “Claustrofobia” Adducci

Scaletta:

1 – Fire Death Fate/ 2 – Ultimate Death/ Blood for Blood

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