Friday, May 3, 2013

Abysmal Grief - "Feretri" (2013)

Album (Terror from Hell Records, 14 Febbraio 2013)

Formazione (1995):  Labes C. Necrothytus – voce/tastiere;
                                  Regen Graves – chitarre/batteria;
                                  Lord Alastair – basso.

Località:                   Genova, Liguria.

Miglior canzone dell’album:

“The Gaze of the Owl”.

Punto di forza dell’opera:

Le tastiere.
 Abysmal Grief - Feretri
Copertina: foto presa dall'horror italiano
"La Dama Rossa Uccide Sette Volte"

Terzo album per gli Abysmal Grief, veterani della scena doom metal italiana dai perenni problemi con i batteristi, che già sono difficili da trovare, mannaggia a loro! Ma finalmente, questo è il secondo gruppo di questo genere che compare da queste parti, dopo gli psichedelici e strumentali SpaccaMombu. Cacchio, ho combattuto moltissimo per avere un po’ di doom puro su Timpani, genere per il quale non impazzisco proprio per niente ma che qualche volta fa piacere ascoltare. Anche perché gli Abysmal Grief trasmettono un’atmosfera veramente misteriosa e minacciosa, quindi molto diversa da quella, seppur sempre cupissima, degli SpaccaMombu, oltreché piena di punti d’interesse.

Il primo dei quali è la voce, che risulta essere ben contestualizzata con l’intera musica. Infatti, si tratta di una voce pulita dai toni estatici e ritualistici, alla quale si contrappone talvolta un urlo “scatarrato” molto vicino agli stilemi black metal e, in misura minore, di un grugnito bello ignorante. In certe occasioni si fa uso dell’effettistica, come l’eco, mentre in “The Gaze of the Owl” sono sovraincise in contemporanea più voci, creando così un effetto spaventoso. Inoltre, in “Hidden in the Graveyard” è presente, nel finale, una voce femminile narrante che mi piacerebbe molto sapere a chi appartiene.

Il secondo punto d’interesse è dato dalle tastiere, che danno un tocco decadente, a volte beffardo, ben riconoscibile. Questo strumento è particolarmente importante, non solo perché è utile dal punto di vista atmosferico, ma anche perché spesso è il principale motore melodico della musica, e fra l’altro in “Hidden in the Graveyard” si fa autrice di una buonissima prestazione solista.

Inoltre, sono da menzionare assolutamente i lunghissimi assoli di chitarra, che sono presenti in quasi tutti i brani (e qui faccio notare che “Crepusculum” non è altro che un intermezzo ambientale e tastieroso di 3 minuti e mezzo da brividi). La cosa figa è che i solo non sono prolissi, essendo vari e soprattutto inventivi, dato che talvolta possiedono un flavour rockeggiante, ravvivando così un po’ tutto l’insieme.

La struttura dei pezzi è bella ossessiva (e grazie al ciufolo) e semplice, e si basa sull’accumulo, progressivo o meno, di linee melodiche/chitarre/tastiere lungo la parte finale di (quasi) ogni brano, che inevitabilmente “finisce” sempre in dissolvenza, come se si trattasse di un rito infinito celebrato dai morti. Lo schema è insomma un pochino prevedibile, anche perché:

1)      il riffing forse è un po’ troppo monocorde;

2)      la voce, alla lunga, si comporta in maniera meccanica, vuoi perché le linee vocali di ogni canzone s’assomigliano molto, e poi perché le urla black si fanno vive sempre alla fine di più o meno ogni strofa. E questo senza togliere niente a certe notazioni folli e molto intense date dalla voce.

Per il resto, è ottima la produzione: sozza, cattiva e sincera come dev’essere con in più tutti gli strumenti al loro posto, e da citare assolutamente il minutaggio dei pezzi, che non scendono mai sotto i 6 minuti (tranne “Crepusculum”) e mai sopra gli 11 (“Her Scythe”).

In parole povere, abbiamo a che fare con un doom occulto e tastieroso dalla batteria tonante e dalle soluzioni abbastanza creative. Però, allo stesso tempo, la musica, che talvolta raggiunge picchi funeral (“Lords of the Funeral” ed “Her Scythe”), risulta paradossalmente povera di idee per quanto riguarda certi comparti (quello vocale e il riffing specialmente). Peccato, perché m’aspettavo un po’ di più, perlomeno l’atmosfera è presente a pacchi ed è bella efficace.

Voto: 76

Flavio “Claustrofobia” Adducci

Scaletta:

1 – Lords of the Funeral/ 2 – Hidden in the Graveyard/ 3 – Sinister Gleams/ 4 – Crepusculum/ 5 – The Gaze of the Owl/ 6 – Her Scythe

Sito ufficiale: