Wednesday, April 24, 2013

Backtheory - "Don't Throw Out the Window" (2011)

Album (Casket Music/Copro Records, 15 Ottobre 2011)

Formazione (2009):   Giuseppe “DUPLO” Boccia – voce;
                                   Fabio “Kai” Gaspari – voce;
                                   Marcello “Marky” Raspa – chitarre;
                                   Patrik Ottaviano – basso;
                                   Gaetano “Shyno” Totaro, batteria (poi sostituito da Davide Marcone);
                                   Daniele Colaneri – ospite al piano (“Life Away”).

Località:                    San Salvo (Chieti).

Miglior pezzo dell’album:

“Rapture (Criminal DNA)”... ma anche la seguente "Maskera" non scherza affatto...

Punto di forza dell’opera:

il comparto vocale.
Cover artwork: Tenchi Design

Se con i Dark Season eravamo al confine fra ciò che è metal estremo e ciò che non lo è, con i Backtheory non raggiungiamo neanche questo confine, come del resto si può evincere dalla copertina del loro album di debutto. Quindi, sicuramente qualcuno di voi storcerà il naso di fronte a questo gruppo ma, dai che lo sapete, qualche eccezione è qui sempre ben accetta, soprattutto quando è così valida. E poi, se una ‘zine estrema qualche volta non fa incazzare, che cos’ha di estremo?

Allora, che cosa propongono questi ragazzi? Propongono un tipo di musica che, chissà perché, viene spesso dall’Abruzzo, almeno per quanto riguarda l’esperienza di Timpani allo Spiedo (ricordo per esempio i grandi Mud o i First Reason), cioè il metalcore. Ma si tratta di quel metalcore lento e monolitico, un po’ alla Biohazard, di cui si riprendono anche alcune aggressive linee vocali rappate. Ma in special modo - tenetevi forte! - è presente una bella dose di new metal, e infatti non poche volte possono venire in mente i Limp Bizkit di “Significant Other” (per esempio, la parte centrale di “Maskera” è molto simile a quella di “Break Stuff”), con tanto di rap a là Fred Durst (sentitevi specialmente “Under These Rags” e poi mi dite). Eppure, non finisce certo qui, perché talvolta vengono sparate delle accelerazioni, che spesso non sono poi così veloci, ma che occasionalmente possiedono un flavour più punk/HC (“Secret Room” e soprattutto quelle scatenate di “Under These Rags”). Peccato però che questo tipo di accelerazioni siano roba veramente rara, dato che sono di un’intensità pazzesca.

D’altro canto, il gruppo, così facendo, è riuscito a creare un album abbastanza vario, andando così dall’ossessiva “Sorry, Shut Up!” (che presenta delle linee vocali ipnotiche per quanto vengono ripetute fino allo spasimo) alla melodica “Life Away” (che però è il brano meno riuscito di tutto il lotto perché a un certo punto s’incanta con il ritornello, essendo così poco inventiva). Inoltre, si può dire che l’album sia diviso praticamente in 2 parti, con la prima che ha più passaggi veloci, mentre la seconda, chissà perché, non ne ha quasi nessuno, pur essendo spesso bella dura e cattiva.

Dal new metal si eredita fra l’altro la tipica struttura a strofa – ritornello del genere, con il climax che viene sviluppato sempre lungo la parte centrale di ogni pezzo, e in diversi modi, mostrando di conseguenza una buona inventiva pur nella semplicità del discorso e nell’importanza a dir poco capitale del ritornello. Certe volte si spara una parte centrale più strutturata del solito, come quella di “Rapture (Criminal DNA)”, che conta dei tempi lenti incredibilmente violenti e intensi.

Fra gli strumentisti, tutti bravi, con tanto di basso che qualche volta completa bene il riffing dell’ascia, la batteria è capace di buone variazioni “a sorpresa” che possono risolvere anche un brano (“Sorry, Shut Up!” per esempio), mentre il comparto vocale risulta molto fantasioso, contando pure delle urla non male, qualche grugnito (“Rapture”) e dei botta e risposta fra i due cantanti veramente notevoli.
Foto: Lorenzo Ilari

Insomma, i Backtheory non saranno per nulla originali ma le canzoni le sanno fare, questo è l’importante, magari esagerano un po’ con il ritornello, però sono sulla buona strada, seppur ci siano degli ampi margini di miglioramento. Quindi, consiglierei ai nostri di proporre più tempi veloci punk/HC (che dopo un po’ vengono praticamente accantonati) e di strutturare in maniera più decisa i vari pezzi, sulla falsariga di “Rapture”. Per il resto, è tutto okay, e fortuna che questi ragazzi hanno trovato un recensore come me, dato che mi ascolto ancora molto volentieri il new metal, che negli anni ha partorito un gruppo più coraggioso dell’altro… peccato che poi molte formazione si siano commercializzate, Slipknot inclusi. E sinceramente non capisco questa cosa: se ottieni successo con un album bello brutale perché poi diventi melodico? “E perché non te ne vai affanculo, Flaviè?”. Come siete permalosi…

Voto: 74

Flavio “Claustrofobia” Adducci

Scaletta:

1 – Intro/  2 – Backtheory/ 3 – Secret Room/ 4 – Assurdo/ 5 – Delete/ 6 – Why??/ 7 – Life Away/ 8 – Rapture (Criminal DNA)/ 9 – Maskera/ 10 – Sorry, Shut Up!/ 11 – Under These Rags/ 12 – Outro

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