Thursday, January 24, 2013

Subhuman - "Tributo di Sangue" (2012)

Album (Subsound Records, 19 Ottobre 2012)

Formazione (2001):   Fabrizio “Zula” Ferzola – voce;
                                    Elia Murgia – chitarra;
                                    Matteo Buti – chitarra;
                                    Federico Fulceri – basso;
                                    Francesco Micieli – batteria.

Provenienza:              Pisa, Toscana

Canzone migliore dell’album:

“In Memoria di Me”.

Punto di forza del disco:

la voce.
                                  Subhuman - Tributo di Sangue
                                                    Artwork: IsisDesignStudio

A volte ritornano. Qualche settimana fa ho recensito il ritorno di Satya Lux Aeterna nei Nahabat, meglio nota per il suo passato negli Streben, mentre adesso è il turno dei Subhuman. Questi pisani sono uno dei gruppi storici di Timpani allo Spiedo, visto che sono stati la 2° formazione ad accettare la partecipazione al primissimo numero di quella che è poi diventata una webzine, e ormai sto parlando più o meno di 4 anni e mezzo fa. Cazzo, sto parlando della preistoria! L’unico "problema" è che dovetti recensire il primo e unico demo (a cui diedi un 9, troppo eccessivo per un demo) del gruppo datato addirittura 2005, ma perlomeno i suoi 5 pezzi lasciavano presagire un futuro pieno di soddisfazioni. Ora, i non prolifici Subhuman si rifanno valere con questo secondo album, nuova mazzata all’insegna del death/thrash metal “all’italiana”.

Attenzione però, perché, per chi non lo sapesse, l’assalto è di tipo moderno. Ed è anche bello tecnico, e sinceramente non mi ricordavo i Subhuman così brutali ed eleganti al tempo stesso. Per esempio, pensiamo agli assoli. Ce ne sono almeno 2 a canzone, sono imprevedibili dato che li si possono sentire in un qualsiasi momento di un qualsiasi pezzo, e presentano una notevole varietà. I soli più curiosi sono quelli direttamente influenzati dalla musica classica, cosa che permette di drammatizzare tutto l’insieme, che comunque rimane solitamente spietato e veramente poco melodico. Peccato però che la chitarra solista venga usata più che altro così, perché, nei pochi casi (come ne “L’Atroce Scommessa”) in cui essa interviene completando semplicemente il riff della compagna, funziona perfettamente dando molta profondità.

In pratica, i Subhuman fondano il loro assalto sulle chitarre, mentre la voce è il secondo aspetto interessante della proposta. E devo dire che, nonostante l’egocentrismo chitarristico, Zula è praticamente onnipresente. Le sue linee vocali sono isteriche, ma il suo approccio negli anni non è che sia così cambiato, si tratta pur sempre di una via di mezzo abbastanza dinamica fra un grugnito non troppo profondo e un urlo simile a quello di Marko dei Land of Hate, solo un pochino più ignorante in certi punti. Ed è sempre ben curata la simbiosi fra l’italiano e la musica, adesso che sempre più gruppi death metal cercano di cantare in madrelingua (il thrash, chissà perché, rimane anglofono…).

Qualche parola bisogna dirla anche sulla varietà dei pezzi. Si distinguono specialmente quelli della seconda parte, con brani come la strumentale “Tutti i Vizi del Presidente”, apertamente anti – berlusconiana; “Evoluzione Inversa”, che contiene delle parti rumoriste simil – mathcore; e l’oscura e doomeggiante “La Profezia”. Peccato però che l’album finisca con “Santo Impostore”, canzone poco inventiva e piena di brevi assoli che sono quasi dei riempitivi. Sinceramente avrei messo “In Memoria di Me” come brano conclusivo, avendo questo delle accelerazioni davvero spaccaossa, altro che!

Altra nota da fare riguarda la struttura dei pezzi. Prima di tutto, questi ultimi si muovono piuttosto complessi e irti di cambi di tempo, si raggiungono anche velocità in blast, cosa non molto comune in ambito death/thrash. Il discorso, certe volte, è da vero e proprio gruppo tecnico, visto che si rispetta volentieri uno schema libero e svincolato da sequenze più o meno fisse, specialmente nella 1° parte. Eppure, paradossalmente, non poche volte il gruppo si incastra in vere e proprie sequenze, magari perché una soluzione musicale è bella lunga, e quindi l’andamento del pezzo si rivela troppo statico e soffocante.

Per il resto, buonissima la prova del basso, abbastanza partecipativo (anche questa roba rara), mentre la produzione è compatta e pulita, ergo non proprio di mio gradimento (come si sa da tempo), ma questo è un fatto puramente soggettivo.

Ma comunque mi aspettavo qualcosa di meglio.

Voto: 75

Flavio “Claustrofobia” Adducci

Scaletta:

1 – Nutrimi Ancora/ 2 – L’Atroce Scommessa/ 3 – Fassaborto/ 4 – In Memoria di Me/ 5 – Il Tuo Nome è Jack/ 6 – Tutti i Vizi del Presidente/ 7 – Il Vecchio Bastardo/ 8 – Evoluzione Inversa/ 9 – La Profezia/ 10 – Santo Impostore

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