Thursday, January 3, 2013

War Plague/Pork Delikateszen split - "Der Warpork Plaguemafia" (2012)

Split album (SBRT Records/Human Discount Records/No Tomorrow Productions, Ottobre 2012)

Formazione War Plague (2002): Markymetal - voce/chitarra;
                                                      Bazooka Joe - voce/chitarra;
                                                      Tripwire - voce/batteria.

Provenienza:         Plymouth, Massachusetts (Stati Uniti).

Canzone migliore del gruppo:

"Warhead".

Punto di forza:

gli assoli.
Lasciate ogni speranza, oh voi ch'entrate. E non scherzo neanche, perchè stavolta non abbiamo a che fare con le delicate note dei Nahabat, ma con ben due gruppi caotici, assordanti, malati e strani sotto tutti i punti di vista, a partire dalla co - etichetta SBRT Records (vi ricordate gli Acheronte, recensiti qualche mese fa su queste stesse pagine?), black fino al midollo e dichiaratamente antifascista, cosa che ormai non dovrebbe più sorprendere ma che continua a fare il suo cazzo di effetto. Insomma, ragazzi, si tratta di roba veramente pesante che rasenta spesso e volentieri l'inascoltabile, e quindi, prima di comprare/ascoltare questo split dovrete contare fino all'infinito, perchè ogni cosa non sarà più la stessa appena si entrerà nel suo universo da incubo.

Il nostro viaggio comincia con i War Plague, ossia il gruppo più "serioso" dei due, più che altro perchè almeno loro cercano di costruire delle vere e proprie canzoni, e soprattutto perchè sono riusciti incredibilmente a pubblicare la bellezza di 2 album, di cui l'ultimo, "Exterminacht" (dal quale sono state tratte alcune canzoni per questo split), è uscito quasi un anno fa.

Ciò che 'sti americani folli propongono è un black metal industriale a dir poco isterico che fa parecchio uso di rumori di guerra (mitra, bombardamenti...), se non di sequenze parlate prese chissà dove, i quali introducono e/o concludono puntualmente ogni canzone. Però attenzione, tecnicamente i War Plague non sono male, e sanno anche come diversificare i vari pezzi, visto che si possono trovare intuizioni thrash ("Warhead") o di stampo più epico ("Axis of Blood"), ma non mancano neanche delle melodie, comunque sempre belle strane e lontane dall'essere malvagie, come in "Goats with Grenade" o quelle più evocative di "Advance". Fra l'altro, i nostri sono così fissati con i blast - beats (a proposito, anche se sembra che ci sia un batterista vero, non mi piace per nulla il suono di QUESTA drum - machine, poco credibile ed efficace...) da sciorinare spesso una notevole carica grind, come nella breve "Warhead".

Vocalmente parlando, i War Plague sono piuttosto tradizionalisti, dato che amano vomitare quelle urla malate ed effettate tipiche del black industriale, rendendo però più bestiale il discorso con una piccola dose di grugniti, che spesso sono, come dire?, sussurrati, alla maniera dei Proclamation tanto per fare un esempio.

Un altro aspetto che concorre decisamente ad aumentare la bestialità della proposta sono gli assoli, rapidissimi ma costruiti bene. La nota curiosa è che la chitarra solista ha un suono così particolare da sembrare uscita da un videogioco di fine anni '80...

Peccato però che tutta questa brutalità caotica venga stemperata da 2 fattori molto importanti:

1) la produzione, che risulta spesso molto diversa fra brano e brano, non facendo così abituare l'ascoltatore a un determinato suono (il migliore è indubbiamente quello più cristallino di "Warhead"). Ma il problema più rilevante proviene dal fatto che pezzi come "Exterminacht" e "Black Terror" siano quasi inascoltabili avendo una produzione ultra - soffocata che nemmeno i Torgeist dei bei tempi andati... e lo dice uno che ama i suoni mega - grezzi...;

2) la struttura - tipo delle canzoni, le quali sono a volte troppo schematiche e precise, e da questo punto di vista il maggior esempio è "Axis of Blood", che manca d'inventiva, e pure di quegli assoli che purtroppo non si fanno sempre vivi.

                                    Un momento: chi è Uzi?

In conclusione, i War Plague non sono poi così male, solo che sono un po' scostanti, e li preferisco nei pezzi più brevi da uno - 2 minuti dove esprimono con più facilità il loro potenziale caotico senza tante seghe. Fra l'altro, 'sti pazzi mi stanno simpatici anche perchè provengono da Plymouth, ossia la terza colonia in ordine di tempo degli Stati Uniti d'America, fondata dai padri pellegrini della Mayflower nel lontano - se non sbaglio - 16 Dicembre 1620... oh cazzo, scusate, ma sto studiando Storia Moderna per un fottuto esame universitario che ci sarà l'8 di questo mese. Se non prenderò almeno 18 distruggerò tutto e tutti AHAHAHUAHUEHUA... SBOINK!

AHIA!

Voto: 59

Scaletta:

1 - Exterminacht/ 2 - Black Terror/ 3 - Warhead/ 4 - Goats with Grenade/ 5 - Advance/ 6 - Destroyers/ 7 - Attackron 666/ 8 - Axis of Blood

                                                           -----------------------------------

Formazione Pork Delikateszen (2009): R. Kniaz - voce;
                                                                P. C. Odio - chitarra (?);
                                                               Svasticanus - basso.

Provenienza:          Reggio Emilia/Ferrara, Emilia Romagna.

Canzone migliore del gruppo:

"Pork Delikateszen".

Punto di forza:

la totale perversione. E ho detto tutto.

                Con i Pork Delikateszen invece questo split diventa sicuramente più allegro e scanzonato. E quindi, prima di presentarvi la loro "musica" allucinata vi avviso che:

1) i nostri si stanno facendo un nome nell'ultra - underground perchè hanno creato, per la loro canzone autocelebrativa, un video esilarante corredato da disegni infantili e bestemmie verso il Duce (cercatelo sul Tubo!);

2) loro giocano continuamente con l'immaginario nazista, e non a caso in questo split vi è una canzone intitolata "Adolf Hitler". Tutto questo per prendere per il culo i camerati senza tanti complimenti, a detta di R. Kniaz...

Parlando ora di musica, i Pork Delikateszen sono molto diversi dai loro colleghi USA. Infatti, possono essere inquadrati nel da me tanto amato black/death bestiale, anche se si distaccano un po' da questa corrente per qualche aspetto curioso. Per esempio, la batteria preferisce andare più che altro in tupa - tupa e non in blast, seppur non manchino frequenti tempi lenti, come si vedrà.

Le chitarre invece fanno aggiungere alla definizione data poco fa il termine "noise" perchè creano talvolta un casino d'inferno, come ne "Il Diavolo in Carrozza" o in "Geheimnis Tibet". In più, molto forti sono le influenze death e brutal, queste ultime specialmente nella variante slam, e in questi momenti ci sono delle perverse decelerazioni mica da ridere. La chitarra solista interviene non poco, e si prodiga in assoli pure fatti bene, come quelli molto atmosferici della canzone autocelebrativa.

Inoltre, la struttura dei brani è particolarissima, e se devo fare un paragone (per forza di cose impreciso) i nostri si avvicinano ai Teitanblood. Sì, perchè anche qui si ama ipnotizzare l'ascoltatore fino allo sfinimento ripetendo lo stesso passaggio, e tale caratteristica risulta ben contestualizzata nella folle "Adolf Hitler", tutta giocata sulla voce magnetica del dittatore e sulla folla che risponde a tono. Peccato però che alla fine 'sto brano risulti ripetitivo e prolisso perchè ci si ferma lì, e che i passaggi più groovy e ballabili non vengano sviluppati debitamente.

Altro episodio che si distingue alla grande dagli altri è "KZ Manager", che però rientra nel puro scherzo. E' infatti psichedelico e rockeggiante, tempo continuamente lento e senza variazioni, struttura minimalista strofa - ritornello, con l'ultimo addirittura cantabile, e il testo, tutto in italiano e in rima, racconta in pratica di uno che se ne vuole andare da una festa con l'altro che cerca di costringerlo a rimanere o qualcosa del genere... aiuto aiuto!
Il nuovo ambiguo logo del gruppo... disegnato da
   M.F., un musicista tedesco che suona in un
centinaio di gruppi come minimo.

Per il resto, i vocalizzi sono divisi fra grugniti belli profondi, voci gutturali (come in "KZ Manager") e strozzate un po' alla Sodom, ma comunque bisogna dire che le linee vocali sono spesso qualcosa di assurdamente strambo e da non perdere; la produzione è invece ronzante, sporchissima e disturbata, tanto da ricordarmi piacevolmente quella del mio primo demo a nome L'Alba Che Mai Verrà, quindi da amare a prescindere.

In conclusione, i Pork Delilateszen sono migliori, dato che con loro i livelli di perversione e follia crescono a dismisura. Ma lo stile è ancora abbastanza confuso, quindi spero che il progetto diventi serio così da sviluppare meglio le varie idee sparsi qui e là, se no rischia di atrofizzarsi a forza di scherzare. E vi prego, anche voi, prendetevi un batterista in carne e ossa che è cosa buona e giusta, e cacchio!

Voto: 65

Flavio "Claustrofobia" Adducci

Scaletta:

9 - Il Diavolo in Carrozza/ 10 - Pork Delikateszen/ 11 - VxAxPxUx/ 12 - Adolf Hitler/ 13 - KZ Manager/ 14 - Geheimnis Tibet

FaceBook:

http://www.facebook.com/PorkDelikateszen666