Thursday, April 19, 2012

La Nuit - "Demotape" (2011)

Demo autoprodotto (2011)
Formazione (2009): Giulio De Busti, voce;
Marco Mangone, chitarre;
Marco Aprigliano, basso;
Andrea Spinelli, batteria.

Provenienza: Vigevano/Pavia, Lombardia.

Canzone migliore dell’opera:
la noisy “Sangue Infetto”.

Punto di forza del demo:
la devastante alternanza fra le parti più delicate (spesso in senso lato, beninteso) e quelle più cattive.
E ora, una novità totale sulle pagine della webzine più bella del mondo (che modestia ragazzi!). Stavolta infatti si parlerà di un gruppo il cui genere non è mai stato trattato minimamente da queste parti, e che fra l’altro non ha neanche nessuna parentela con il metal estremo, come invece il dark ambient: i La Nuit, quartetto di belle speranze facente quello che gli stessi ragazzi definiscono, in maniera molto azzeccata, “rock crepuscolare” (l’altra definizione può essere “rock alternativo”, ma si sa quanto io odi il secondo termine data la sua nebulosità). Attenzione, nulla a che spartire con roba gotica e cose simili, anche perché il risultato è così pesante e in un certo senso malato da mettere la pelle d’oca, nonostante il gruppo si sia candidato qualche tempo fa nientepopodimeno che per suonare (rullo di tamburi!) al Chiambretti Sunday Show.

Ma non si tratta soltanto di pesantezza. No, perché i nostri si esprimono anche attraverso una fantasia non da poco che permette loro di creare accostamente spesso contrastanti e quasi improbabili. I quali consistono fondamentalmente nell’alternanza fra parti per così dire delicate (si va, per esempio, dai momenti acustici e romantici di “Sirena d’Autunno” a quelli più psichedelici e astratti di “Profeta di Plastica”) e quelle più rockeggianti e cattive,spesso pregne di un cupo fatalismo che a volte sconfina quasi (lo so, forse la sparo grossa, ma se non dico cazzate non mi sento felice) nel black metal. A tal proposito, è da menzionare assolutamente “False Fantasie”, canzone dal riffing a tratti saltellante, e che inoltre parte sì in maniera pacata ma con un’inquietudine già bella marcata.

Tale clima di tensione, strisciante e non, viene accentuata notevolmente dal cantato di Giulio, capace sempre e comunque di adattarsi alle varie situazioni, mostrando di conseguenza un raggio d’azione amplissimo, passando così da sussurrii a urla soffertissime che farebbero invidia pure al Burzum dei “bei” tempi andati. Effettivamente, Andrea mi ha confermato la passione metallara del cantante, la quale si sente anche nell’acuto più da heavy metal di “Sirena d’Autunno”, pezzo sorprendente e non solo per questo fatto. Oddio, a dir la verità il ruolo assunto dalle urla è un po’ prevedibile visto che vengono utilizzate specialmente lungo la parte finale dei brani, quindi consiglio di variare maggiormente il discorso anche in ragione di una certa ripetitività nelle linee vocali (ad esempio, vi è la tendenza di urlare per 2 volte per poi proporre voci melodiose e quasi estasiate).

Un’altra caratteristica particolarmente interessante della musicalità dei La Nuit viene indubbiamente dalla seconda chitarra. Infatti, lungo il corso dell’opera, essa si fa pian piano più presente, anche in modo minimalista (come nel feedback di “Profeta di Plastica”), mentre in altri casi vengono sparati dei veri e propri assoli , come in quello, introdotto guardacaso dall’acuto a là Dickinson, di “Sirena d’Autunno”). Ragion per cui consiglio di reclutare assolutamente un secondo chitarrista, anche perché, così facendo, si riesce ad immergere ancor di più l’ascoltatore nell’atmosfera inquieta di cui è imbottito il demo.

Il quale trova più che degna conclusione grazie a “Sangue Infetto”, che, oltre a essere un pezzo molto completo, è anche il più lungo del lotto visti i 5 minuti e mezzo. Tale episodio si caratterizza per i seguenti aspetti:

1) per la cattiveria totale della voce, la quale si sfoga per il tramite di testi spaventosi (che effetto fanno per esempio parole come “rifiuti umani” e “ti cercherò come un cane”?), scritti da Marco Mangone;

2) per delle parti rumoristiche dove si trova un assolo letteralmente ubriaco;

3) per uno schema più imprevedibile che si allontana molto da quello classico a strofa – ritornello caro ai nostri, considerando le variazioni presenti a poco a poco (a tal proposito, viene sfruttata efficacemente la chitarra solista);

4) per un lavoro di batteria a volte non – convenzionale e aritmico dal quale non si cava fuori nessun groove, variando così dai tipici tempi medio – lenti abbastanza dinamici di Andrea;

5) per delle ottime linee di basso, finalmente più protagoniste del solito.

6) per le voci in lontananza, caratteristica comune ad altri pezzi, atte a trasmettere un’atmosfera un po’ spettrale nonostante la loro melodiosità (o forse proprio grazie a questo?).

A questo punto, data l’ottima capacità dei 4 ragazzi di afferrare letteralmente il climax per partorire grovigli emotivi di sicura efficacia, fa un po’ specie constatare la debolezza strutturale di “Valium”, brano semplice rispetto agli altri, e sviluppato non proprio bene. Ciò a dispetto di alcune soluzioni piuttosto valide che però potevano essere sfruttate meglio (il momento più sognante ed effettato è esemplare da questo punto di vista).

Ma come si è visto, i La Nuit si sono rialzati subito dopo sfogando così tutte le proprie potenzialità. E adesso Andrea mi ha pure informato circa l’evoluzione noise del gruppo, e se queste sono “soltanto” le premesse chissà cosa dovremo aspettarci!

Voto: 77

Claustrofobia

Scaletta:

1 - Valium/2 - False Fantasie/ 3 - Sirena d'Autunno/ 4 - Profeta di Plastica/ 5 - Sangue Infetto

Sito ufficiale:

http://www.lanuitband.com/

MySpace:

http://www.myspace.com/lanuitband