Monday, January 23, 2012

Mud - "Violence Against Violence" (2011)

Album (Audiozero Records, 15 Ottobre 2011)
Formazione (2004): AldoHc, voce;
Andrea, voce aggiuntiva in “Full of Hate”;
Garcon, chitarre;
Ilaria, basso;
Valerio, batteria.

Provenienza: Val Vibrata( Teramo), Abruzzo.

Canzone migliore dell’opera:
senz’ombra di dubbio “Full of Hate”, intensa come poche. Curiosamente è il primo pezzo dell’album postato dal gruppo nel proprio Space.

Punto di forza del disco:
la voce. Semplicemente distruttiva.

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Il demo “Slow Degradation” era un monolite roccioso e minaccioso di semplice metalcore amante dei tempi medio – lenti però forse un po’ troppo monolitico. Ma quando ho messo per la prima volta nello stereo il primissimo album dei Mud, sono stato subito sorpreso dalla loro nuova direzione intrapresa, sollecitata abbondantemente dai vari cambi di formazione che alla fine hanno fatto diventare il gruppo un quartetto. E devo quindi dire, fin da subito, che la qualità della proposta è decisamente molto alta.

La prima differenza importante con il passato deriva dall’uso frequente dei tempi veloci, ossia tupa – tupa mai eccessivamente sostenuti, in perfetto equilibrio con quelli più lenti. Di conseguenza, anche il riffing è cambiato visto che è divenuto un po’ più dinamico (ma sempre essenziale e classico) e spesso dal sapote thrash fino a rasentare melodie di impronta perfino speed come in “No Choice” e “Not 4 Sale” (ho notato infatti che gli ultimi pezzi presentano un rifferama più metallico). Anche se, beninteso, i Mud continuano in larga parte a rifiutare il concetto di melodia, riempiendo però questo “buco” con una notevole inventiva dal punto di vista tecnico.

Quasi immutato è l’utilizzo, seppur decisamente misurato ed essenziale, della chitarra solista, nonostante, come già scritto, l’attuale presenza di un solo chitarrista in formazione. Dico “quasi” perché, rispetto a “Slow Degradation”, la sua importanza è stata un pochino ridimensionata, rispettando così ancor di più l’approccio fondamentalmente collettivo che caratterizza i Mud, che infatti continuano a rifiutare il concetto di assolo. E’ un peccato però che tale caratteristica sia stata poco sfruttata anche perché, in ogni caso, era indice di una personalità veramente buona, e quindi consiglio ai nostri di ri - reclutare un’altra ascia.

In compenso, dal punto di vista strutturale i pezzi si sviluppano decisamente meglio, visto che essi scorrono più fluidi e soprattutto più ricchi di soluzioni nelle ripartenze per far da cerniera tra un passaggio e l’altro. E qui vengono in aiuto una batteria che specialmente in “Hostile!” riesce a enfatizzare alla grande tutto il discorso attraverso variazioni al fulmicotone (oddio, difetta un po' di poca fantasia nella risoluzione delle introduzioni ma pazienza), ed un basso la cui ottima prestazione risalta a dir la verità meglio ascoltando l’album con le cuffie.

Dati tutti questi benvoluti cambiamenti, i vari brani si differenziano finalmente molto bene l’uno dall’altro. In tal senso, valgano come esempi “Full of Hate”, episodio nel quale si trova come ospite alla voce Andrea dei Vibratacore (il cui ultimo demo “Good Morning Pain” verrà recensito su queste stesse pagine), cosa che permette un “casino” di rara intensità anche grazie ad accelerazioni feroci e improvvise; e l’emblematica “Respect the Scene”, che mostra invece il lato più rockeggiante dei Mud oltreché delle linee vocali a dir poco stupende (e qui bisogna dire che Aldo ha effettivamente un’ottima fantasia nel costruirle).

Il comparto vocale è per l’appunto l’aspetto forse migliore dell’intera proposta. Ciò anche perché il nostro è un cantante che ha una espressività bestiale sparando fra le altre cose urla grintosissime. Inoltre, rispetto a “Slow Degradation”, hanno un importante ruolo i cori, riuscendo così a supportare ancor meglio l’assalto selvaggio di Aldo. Sarebbe stato comunque interessante usare in maniera più “disordinata” le voci, un po’ sulla falsariga di “Full of Hate”. Ma forse sto andando troppo veloce, visto che in ogni caso i cambiamenti sono stati tanti.
Nell’ultimo pezzo dell’album, i Mud hanno invece voluto tributare il gruppo metalcore dei Terror, coverizzando piuttosto fedelmente “Less Than Zero” del loro disco “One with the Underdogs” del 2004, canzone questa che si allontana abbastanza dallo stile tipico dei Mud essendo non soltanto breve (dura infatti solo un minuto e 50 secondi circa) ma presentando anche un taglio a volte cupo ai limiti del death metal. A dir la verità, c’è pure una traccia – fantasma totalmente delirante, solo che per ascoltarla dovete sorbirvi, appena finita la cover, un po’ di minuti di silenzio. A voi scoprire la (bella) sorpresa!

Infine, qualche parola per le delizie cinematografiche che compongono di qua e di là l’album. Infatti, nel dettaglio:

1) l’opera comincia con una delle scene più divertenti (quella del “Tieni il resto, lurido bastardo!”) del mitico “Mamma ho perso l’aereo!”, film che al tempo divoravo come nessuno;

2) “Respect the Scene” inizia con una scena surreale de “Il grande Lebowski” dei fratelli Coen, quella di Walter che prende troppo seriamente la partita a bowling con gli amici arrivando a minacciare con la pistola Smokey, reo di aver oltrepassato la linea durante il lancio della palla;

3) “Not 4 Sale” si conclude con il leggendario “Qui la legge si ferma e comincio io….. stronzo” tratto da “Cobra” con Sylvester Stallone.

Voto: 83

Claustrofobia
Scaletta:
1 – Violence Against Violence/ 2 – Relentless/ 3 – Breakdown/ 4 – Full of Hate/ 5 – Respect the Scene/ 6 – Hostile!/ 7 – No Choice/ 8 – Stronger than Ever/ 9 – Not 4 Sale/ 10 – Less than Zero

MySpace:http://www.myspace.com/mud04

Sito ufficiale:
http://www.mudband.it/