Monday, June 18, 2012

Exterminate - "Anathemas of Galaxies and Tyme" (2012)

Demo autoprodotto (2012)

Formazione (2008): A.D., voce/basso;
FrDm, chitarra;
Neith, chitarra;
Kroisos, batteria.

Provenienza: Milano/Varese/Como, Lombardia.

Canzone migliore del disco:
“Envy (The Roots of Progress)”.

Punto di forza dell’opera:
potenzialmente il coraggio di certe soluzioni stilistiche ancora abbastanza represse.
Non so voi, ma ho l'impressione che il death metal più complesso stia praticamente invadendo le pagine di questa webzine visto che fra Chaos Plague, Illogicist e Faust c'è di che scegliere in tal senso. Gli ultimi nella lista sono gli Exterminate (nome più da gruppo di black/death bestiale... e guardacaso ce n'è uno così chiamato in Cile) che però, rispetto ai gruppi citati, ho trovato molto migliorabili, anche se a ogni modo interessanti.

Lo sono prima di tutto grazie al cantante che si dimostra sufficientemente versatile e dal grugnito abbastanza dinamico, risultando così capace di enfatizzare, con notevole grinta, il lavoro dei compagni. Però, allo stesso tempo, il nostro ha la tendenza a cancellarsi durante una bella fetta della parte centrale dei pezzi, per rifarsi vivo, ma per pochi secondi, solo nel finale finendo così di essere un filino meccanico e prevedibile nonostante il suo solito ottimo apporto.

Anche il settore chitarre è interessante, vuoi perché il riffing, che sa essere tremendamente cattivo, viene contaminato occasionalmente da melodie un po’ orientaleggianti, abili a dare un’aura magniloquente al tutto; vuoi perché gli assoli, uno per pezzo, si mostrano ben fatti e tecnici senza strafare.

Pure la batteria non scherza affatto. Pur non raggiungendo mai una complessità infernale, ma anzi, i ritmi sono a volte particolari, anche perché in un pezzo come “Envy (The Roots of Progress)” ce n’è uno praticamente alieno per la musica metal tutta essendo rilassato e con la bacchetta che si concentra più che altro sui bordi del rullante. Inoltre, nonostante il genere, è presente un po’ di groove che fa sempre bene alla salute.

Quello che però convince poco deriva dall’impianto strutturale delle canzoni. Infatti, a volte viene ripetuta più e più volte una soluzione che però non viene né sviluppata né conclusa bene, visto che quella è, e quella rimane. Così, per esempio, non vi è un “ponte” che finisca degnamente la parte ossessiva di “At One with Earth”, mentre nel finale di “The Passage” poteva esserci benissimo più tensione, magari aggiungendo a un certo punto la chitarra solista. In compenso, i nostri hanno saputo dare sufficiente personalità ai vari episodi, passando quindi dalla sequenzialità ma non troppo di “At One with Earth” alle trame più libere di “Envy (The Roots of Progress)”, che pur parte da uno schema 1 – 2 – 1 – 2 abbastanza classico.

Alla fine, l’unico brano che si salva è proprio l’ultimo menzionato, che è guardacaso il più coraggioso e non soltanto per dei ritmi strambi. Di seguito le caratteristiche di questo pezzo:

1) esso è più che altro improntato sui tempi medi così da esplodere efficacemente nel finale;

2) c’è qualche soluzione chitarristica un po’ sui generis perché praticamente è “a scoppio ritardato” con la batteria che riempie i buchi attraverso puntuali tom – tom;

3) l’atmosfera del pezzo a tratti è quasi rarefatta, come nella rilassata parte centrale, capace in questo modo di introdurre un assolo che, come si suol dire, entra al punto giusto nel momento giusto.
Insomma, consiglio a ‘sti ragazzi di ripartire proprio da “Envy”, e di affinare una struttura che a tratti è fin troppo paranoica, anche se è decisamente apprezzabile l’idea di offrire un discorso il più possibile fluido che poco concede a stacchi e/o pause. E magari di sfruttare meglio la voce.

Voto: 67

Claustrofobia
Scaletta (da verificare):

1 – Opening/ 2 – The Passage/ 3 – At One with the Earth/ 4 – Envy (The Roots of Progress)

Reverbnation:
http://www.reverbnation.com/exterminateitaly

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