Tuesday, November 1, 2011

Infernal Angels - "Midwinter Blood" (2009)

Album (My Kingdom Music, 28 Settembre 2009)

Formazione (2002):
Xes, voce;
Managarmr, chitarre;
Beast, basso;
Asmodeus Draco Dux, batteria.

Provenienza: Potenza, Basilicata

Canzone migliore del disco:
senz’ombra di dubbio “Melody of Pain”, dal sapore a tratti depressivo.

Punto di forza dell’opera:
la voce, che fra l’altro si concede qualche puntatina nella nostra amata madrelingua, sicuramente più evocativa dell’inglese, ragion per cui consiglio di abbandonare in toto quest’ultimo.

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Dite quello che volete ma sinceramente serbavo molte aspettative su questo album. Invece, mi sono purtroppo dovuto ricredere, pur trovando nel disco degli spunti, se non delle caratteristiche propriamente dette, interessanti e non di poco conto. La cosa che mi ha comunque più dato fastidio è stato individuare il problema di questa delusione, ed in effetti l’analisi dell’opera è stata veramente lunga e ponderata in modo da non incappare in argomentazioni poco razionali (è anche vero che con tutti i miei impegni universitari i miei neuroni stanno andando letteralmente in fuffa!). Ma siccome oggi sono dispetto, preferisco trasmettere un po’ di suspence così da partire immediatamente con gli aspetti positivi dell’album.

La voce, ad esempio. Come già scritto nella recensione di “Princeps Malis Generis” dei Byblis, Xes sputa urla quasi gutturali, con l’unica differenza che negli Infernal Angels dà adito a tutte le sue potenzialità espressive, sciorinando quindi un campo d’azione non comune. Infatti, lui va da veri e propri grugniti a voci pulite un po’ ipnotiche (“Melody Is Pain”) – peccato che non siano state utilizzate di più perché regalano un’atmosfera tutta particolare -, dai sussurrii di “Sangue” per finire con urla da incubo e sofferenti come non mai (“Melody of Pain” e soprattutto “Sangue”). In più, si deve dire che il lavoro è stato rifinito veramente bene anche perchè le sovraincisioni sono belle frequenti.

Oppure prendiamo ad esempio le chitarre. Il riffing è di tipo melodico anche se non mancano pezzi più raggelanti e cupi (come “Prologus Odii” e “Sangue”, il quale presenta un lavoro per certi versi particolare e pure agghiacciante), ed inoltre, in un brano come “Inesorabile”, le linee melodiche sanno essere più bizzarre e personali del solito. L’utilizzo della chitarra solista è limitato a pochissime canzoni, specialmente a quelle della seconda parte, così da trasmettere talvolta un clima di tempesta notevole, ragion per cui consiglio vivamente ai nostri di reclutare un secondo chitarrista. Ma in ogni caso, non aspettatevi nemmeno una misera traccia di assoli, totalmente assenti, mentre vi dovete aspettare un po’ di decadenti chitarre acustiche, usate quasi esclusivamente nella prima parte dell’album.

Oltre a ciò, bisogna segnalare il fatto che gli Infernal Angels preferiscano, seppur non in gran lunga, i tempi veloci raggiungendo però raramente la velocità da blast – beat in senso stretto. Ma purtroppo, è proprio dal lavoro di batteria che partono effettivamente le prime impressioni negative, comunque circoscritte e quindi per ora abbastanza secondarie.

Infatti, la batteria presenta, specialmente in episodi come “Prologus Odii” e “A New Era Is Coming” (il quale si avvale di un’ottima introduzione ambientale), un lavoro a volte poco curato e poco abile ad enfatizzare tutto l’insieme, sia perché le soluzioni scelte non sempre si legano bene con il riffing, sia per via di un immobilismo ritmico che non riesce a differenziare veramente i vari passaggi che così facendo sembrano uguali fra di loro anche quando il riff cambia. Poi ci sono altri brani, come “Sangue” (dal finale addirittura paranoico), nei quali il batterista risulta più dinamico del solito, e quando ci si libera dai vincoli sopraddetti il risultato, guardacaso, è decisamente migliore.

Il secondo problema, ben più importante e in parte conseguenza della stessa batteria, riguarda il tipo di struttura adottato dal gruppo. La sua è una struttura oserei dire troppo razionale e poco esplosiva, anche perché spesso ci si fissa con le stesse soluzioni senza proporne effettivamente una nuova che dia il colpo di grazia nudo e crudo. Infatti, in un gruppo nel quale la melodia prevale, per me è sempre sottintesa la capacità di rendere veramente drammatica tutta la musica, cosa che nell’album avverto completamente soltanto in “Melody of Pain”, vero capolavoro dal punto di vista strutturale e quindi emotivo. E’ anche per questo che avrei preferito un utilizzo più frequente della chitarra acustica, visto che essa riesce ad aggiungere quel pizzico in più di sofferenza romantica che gli Infernal Angels hanno praticamente dimenticato nella seconda parte.

Eccetto però nell’outro, spaventoso episodio di natura praticamente atmosferica e ambientale che mette quasi in discussione tutto il resto del disco visto che è stato costruito benissimo nonostante le sue sonorità non siano per nessuna ragione al mondo lo standard per il quartetto, anche perché “Epilogus Humanitatis” non è neanche breve per essere una outro.

In conclusione, nonostante il voto particolarmente basso (almeno per Timpani allo Spiedo), confido nelle potenzialità degli Infernal Angels, che hanno praticamente a portata di mano le soluzioni atte a distruggere per bene i padiglioni auricolari, ragion per cui mi dispiace sentitamente di non dare un giudizio che riletta più correttamente queste stesse potenzialità. Quindi, è da attendersi molto volentieri la loro prossima produzione.

Voto: 64

Claustrofobia
Scaletta:
1 – Prologus Odii/ 2 – Melody of Pain/ 3 – Midwinter Blood/ 4 – Coronation of Dark Victory/ 5 – Conquering the Throne of Sin/ 6 – A New Era Is Coming/ 7 – Tutto Quel Che Rimane/ 8 – Sangue/ 9 – Inesorabile/ 10 – Epilogus Humanitatis

Sito ufficiale:
http://www.infernalangels.org/

MySpace:
http://www.myspace.com/infernalangels