Friday, September 16, 2011

Spiritual Supremacy - "Mountains of Loneliness" (2010)

Demo autoprodotto (2010)
Formazione (2008): Nacht 696, tutto.

Provenienza: da sapere.

Canzone migliore del disco:
“Catacombs”, e per sapere perché è meglio leggere la rece.

Punto di forza del demo:
l’apparente serenità che permea quasi tutta l’esperienza, e che si esplica attraverso l'utilizzo di una vasta gamma di suoni d’atmosfera.

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Nota:

quella che mi sto apprestando a recensire sarebbe la ristampa, di quest'anno, di "Mountains of Loneliness". Infatti vi si trovano due brani non apparsi nella sua versione originale, ossia "Haunted Caves" e la stessa "Catacombs", originariamente composti per un demo mai completato intitolato "Descending".





Ve l’avevo detto io, che la parentesi del duo dei Bleeding Void of Utter Mysticism non era per niente un caso isolato nella storia di Timpani allo Spiedo. Solo che, se lì si è parlato di un drone senza batteria con urla black metal e parti (contate, a dire il vero) dark ambient, stavolta tocca a una creatura che nulla ha a che spartire con il metal (almeno dal punto di vista strettamente musicale), tranne il fatto di essere nata con un progetto in parte proprio black metal. Ed invece il nostro, in uno di quei famosi bei (e cupi) giorni, decise che Spiritual Supremacy dovesse essere “semplicemente” un “mostro” dark ambient.

Eccovi quindi il trionfo dei sintetizzatori e dei suoni d’atmosfera. Ma eccovi soprattutto un minimalismo minaccioso totalmente senza voce che però, nonostante il genere d’appartenenza, non capita raramente sentirlo crogiolarsi in un qualcosa di avvicinabile ad una serenità ambigua e per questo forse più spaventosa (ascoltatevi certi momenti psichedelici di “Stars”, o quelli, purtroppo un po’ similari anche dal punto di vista melodico, della seguente “Meditation”). Ciò significa che non manca neanche un po’ di sana e implicita blasfemia, quale si può sentire in “Flying Spectres in the Dark”, arricchita lungo la parte centrale da cori gregoriani accompagnati da terremotanti fulmini.

Una caratteristica da apprezzare molto e che in parte compensa l’aura minimalista del progetto è da trovare nei vari suoni che a poco a poco avvolgono l’ascoltatore, a volte anche in maniera inaspettata, così da dare di più delle melodie scarne sparse qui e là e di un’atmosfera generalmente cupa e solo apparentemente statica.

Degni di menzione a tal proposito sono gli inquietanti risucchi di “Haunted Caves”, che tanto mi rimandano a Chtulhu, quel dio inimmaginabile evocato dalla grandiosa mente di Lovecraft. Fra l’altro “Haunted Caves” conta al suo interno pure una sorta di grugniti (fortuna che la voce non c’era!);

- i maledetti suoni acquosi di “Catacombs”, la quale non a caso si avvale di una voce spiritata effettata in modo tale da sembrare quasi proveniente da una grotta;

- i versi di alcuni animali, tutti associabili o ad un immaginario orrorifico e popolare (la civetta di “Meditation”) oppure al tipico immaginario black metal tutto animali solitari e feroci (il falco di “Ancient Horizon” ed il lupo di “Catacombs”). Notare che questi campionamenti si trovano più o meno sempre nei primi 60 – 70 secondi dei pezzi citati;

- la sorprendente parte “acustica” (le virgolette ovviamente sono d’obbligo) come finale di “Stars”, parte che contiene una vera e propria melodia, raffinata e medievaleggiante.

Curioso però constatare che il pezzo più interessante del lotto non appartenga alla versione originale del demo. Infatti, “Catacombs” l’ho trovato come l’episodio più riuscito e per certi versi particolare, se non altro perché si basa su una struttura saltellante, ossia costituita da silenzi e suoni che si danno il posto a vicenda. Si arriva insomma a creare un effetto disorientante, trasmettendo di conseguenza all’ascoltatore un andamento traballante di notevole e suggestiva insicurezza. Considerazioni queste che sono in relazione anche con la durata di “Catacombs”, il quale in sostanza è il pezzo più lungo di tutta la scaletta (quasi 5 minuti), eppure a tal proposito non posso far altro che complimentarmi con il nostro per non aver appesantito ulteriormente i vari episodi con minutaggi esagerati, dei quali non ne mancano addirittura da circa 2 minuti.

“Catacombs” fa impressione anche per un altro dettaglio, forse più pauroso: il finale, dove fanno capolino ad un certo punto una sorta di percussioni, così da concretizzare in maniera più esplicita il male strisciante dei precedenti momenti.

D’altro canto, definire perfetta l’opera di Nacht 696 dovrebbe essere completamente esagerato, visto che il lotto di canzoni non è privo di piccole ma importanti sbavature, come le sono lo sviluppo mancato della melodia già citata di “Haunted Caves”, conclusa forse in maniera affrettata;

e la staticità (forse autogiustificata dal titolo del brano) di “Meditation”, che ad un certo punto e per parecchio tempo non si “schioda” da quei sintetizzatori psichedelici, fin troppo ossessionanti e per giunta non aiutati da qualche altro suono che poteva enfatizzarli meglio.

Quel che è sicuro è che chi non è abituato (come me.... scusate ma per me la sincerità è pressochè fondamentale) ad ascoltare una musica simile dovrà fare qualche sforzo in più per arrivare ad apprezzarla interamente, anche perché, come già scritto, è ben lungi dal “casino” metallaro solitamente qui recensito. Ma per come il demo è venuto fuori e per quanto semplice e relativamente accessibile esso sia, lo consiglio veramente agli appassionati, che sicuramente non tarderanno ad apprezzare il progetto.


Voto:
72

Claustrofobia
Scaletta:
1 – Dis Manibus/ 2 – Flying Spectres in the Dark/ 3 – Stars/ 4 – Meditation/ 5 – Mountains of Loneliness/ 6 – Ancient Horizon/ 7 – Haunted Caves/ 8 – Catacombs

MySpace:
http://www.myspace.com/spiritualsupremacyss